mercoledì 20 luglio 2011

London by might | day 1

DISCLAIMER: Questa non è una guida alle bellezze di Londra; Per quello ci sono migliaia di siti e guide apposite. Questo è il resoconto del MIO viaggio. 4 giorni di foto, strada a piedi, sole, altra strada a piedi, pioggia, ulteriore strada a piedi, conseguenti piedi doloranti... e chilometri a piedi!


25 Giugno 2011

Forte della mia esperienza in materia di aeroporti (per chi non lo sapesse, faccio l'agente di viaggi), Io, mia moglie, sua sorella e il di lei marito decidiamo di arrivare in aeroporto a Catania molto prima dell'apertura del check-in. Scelta che si è rivelata saggia, dato che abbiamo fatto un'ora di fila per il check-in, mezz'ora per i controlli ed un'altra mezz'ora per l'imbarco. Tante grazie Easyjet.

Il nostro arrivo a Gatwick non avrebbe potuto essere dei migliori: in quota non vedevamo niente dato che eravamo sopra le nuvole ed il cielo era decisamente coperto, ma non appena abbiamo cominciato a scendere, squarciato in picchiata il denso velo bianco, ci siamo ritrovati a guardare sotto di noi un panorama che definire awesome (comincio ad usare termini inglesi, così entrate un po’ nel mood del viaggio) è riduttivo: verde, paesini di mura bianche e tetti rosso scuro, campi squadrati e fiumiciattoli trasparenti.

Dopo aver trovato le nostre valigie già scaricate sul nastro trasportatore prima ancora che arrivassimo noi in zona ritiro bagagli, cominciamo ad avviarci verso la nostra vacanza.
Dall'aeroporto c'è da prendere il Gatwick Express per Victoria Station (prenotatelo online anziché farlo sul posto, con la tariffa gruppi abbiamo risparmiato il 50%, e per 4 persone si parla di 60 £), ed in treno ci troviamo di fronte alla prima piacevole sorpresa che ci accompagnerà per tutto il viaggio: la cortesia. Non so voi, ma in vita mia non avevo mai incontrato un controllore che ti accogliesse con un sorriso (ed un buongiorno) e al momento della discesa dal treno ti augurasse un buon proseguimento di vacanza.
Quasi dimenticavo, nel tragitto silenziosissimo e pieno di scorci da favola di campagna inglese, appena entrati a Londra si passa davanti ad una di quella che nei programmi era una delle mie tappe principali nel programmino (-ONE) che mi ero fatto di cose da visitare: la Battersea power station!
"Ah?'" direte voi.
"mò vi spiego" vi dico io. Anzi no, confrontate queste due foto prima:



Ecco. E' la stessa fabbrica. Quella di "animals" dei Pink Floyd. Vederla dal vivo è una sensazione incredibile: sarà stato il tramonto, sarà stato il rumore del treno o la grandezza stessa della costruzione, ma l'unico termine che mi viene in mente per descriverla è epica.

Arrivati alla Victoria Station altra novità quantomeno per noi gente di piccola città: sui tapis roulant e sulle scale mobili bisogna tenere la destra e va bene a rigor di logica, per permettere alle persone che vogliono passare di farlo agevolmente. Il discorso cambia quando si salgono e scendono le scale o si attraversano i corridoi della metro: in questo caso in quanto english, si cammina tenendo la sinistra! All'inizio è una cosa un po’ estraniante - sopratutto per noi italiani abituati al caos (in)controllato - dato che si è costretti a fare zig-zag da un lato all’altro tra scale mobili e corridoi, ma ci si fa presto l'abitudine.

Il nostro hotel era situato nel quartiere di Paddington, quindi da Victoria Station abbiamo dovuto prendere la metro per arrivarci. Era sabato sera e non c'era molta gente nei vagoni, ma già da qui si arriva a capire la multietnicità di Londra: Italiani (tanti), Indiani (tantissimi), Cinesi e Jappo (tanti ma meno degli Indiani), tedeschi e nordici in genere (già molti meno), Africani (pochi, la gente di colore che c'era erano Inglesi per la maggior parte), ma in generale per metterla sui numeri, su 100 persone in giro, giusto il 50% è Londinese DOC.
Il nostro primo contatto con la Londra in superficie è stato esattamente quello che ci saremmo aspettati: bellezza. Ad accoglierci fuori dalla fermata di Paddington una tipica cassetta delle lettere rossa, un hotel (Hilton se non ricordo male) sito in un palazzo di epoca Vittoriana tutto bianco, cab (taxi) neri e bus a due piani rossi... che tengono la sinistra. Ah, erano circa le 22 e c'era ancora luce naturale.

Ci indirizziamo così verso l’hotel, che scopriamo trovarsi in una zona (London street ad incrocio dei Sussex Gardens) in pratica composta solo da Hotels e ristoranti, decisamente tranquilla a livello di traffico automobilistico, e molto silenziosa (cosa su cui non avrei scommesso 2 centesimi all’inizio del viaggio). Il complesso in cui è situato l’albergo è delizioso e la stanza assegnataci per la prima notte era abbastanza piccola, ma dal secondo giorno in poi siamo stati spostati in un’altra grande praticamente il doppio per cui a livello di spazio, niente da recriminare. L’hotel è un tipico hotel inglese, con moquette e carta da parati ovunque, materassi spessissimi, infissi bianchi e colori di lenzuola e trapunte improponibili.

Sistemate le valigie, dato l’orario – le 22:00 circa - e la stanchezza dovuta al viaggio, ed essendo onestamente leggermente un po’ spaesati, decidiamo di mangiare una cosa veloce in un Burger King pieno di impiegati Indiani (moltissimi fast food si riveleranno gestiti o quantomeno impiegati da personale Indiano) e poi tutti a letto.

London by might | day 2

8 commenti:

Unknown ha detto...

"Non so voi, ma in vita mia non avevo mai incontrato un controllore che ti accogliesse con un sorriso (ed un buongiorno)"

Già questo mi spingerebbe a spostarmi a vivere in quel di Londra.

Unknown ha detto...

Pensavo non l'avesse con me... non ci potevo credere.

Debbie ha detto...

Go on, go on, go on...

Unknown ha detto...

I will... check back tomorrow 9:00 am!

Pseudo ha detto...

Comincio a leggere appena adesso e mi dico. Tempo c'ho perso ma, awesome! Diresti...

Unknown ha detto...

Very gentle :D

SamPunzina ha detto...

Mi sento già a Londra!!! *___*

SamPunzina ha detto...

Mi sento già a Londra!!! *___* meraviglia