sabato 23 aprile 2011

time stands still



C’è quel tempo che nessuno ti ridarà mai.

Il tempo che perdi.
Il tempo che passi nell’attesa di fare qualcosa che vorresti fare.
Il tempo che mordi sapendo che lui non ne vuol proprio sapere di sfuggire ai tuoi denti.
Il tempo che ti fa respirare più lentamente e più in silenzio, in modo da lasciare che non si accorga di te.
Il tempo che vivi non vivendo.
Il tempo che ti gocciola dentro e non ti riempie mai.
Il tempo che vedi scappare agli altri ed incollarsi a te.
Il tempo che vorresti passare da tutt’altra parte.
Il tempo che tutt’altra parte è ovunque tranne dove sei in quel momento, in quel tempo.
Il tempo che serve a farti apprezzare qualsiasi altro tempo.
Il tempo che guardi andar via senza poterlo usare.

Il tempo perso.

Il tempo che comunque passa, ma che comunque non passa mai.

Il tempo che anche oggi è passato.

venerdì 8 aprile 2011

no place like home



[addì 23 Febbraio 2007]

Piano piano si torna su.

Volenti o nolenti capita sempre qualcosa che ti ributta dentro. Dentro il modo di vivere che è tuo e solo tuo, dentro il progetto che hai di te, dentro la stanza che tante volte ti sta stretta, ma solo perché forse è il tuo pensiero ad essere troppo largo. Certo, tra la cantina e la terrazza c’è sempre almeno un piano di mezzo, ma è giusto che le scale ci siano, e che certe volte ci si fermi anche un pò a viverci dentro quella casa, senza aver troppa fretta di uscire su fuori, che magari è troppo presto e non c’è ancora niente di quello che ti aspetti di trovarci.

Per adesso mi accontento di stare qui al pianterreno, e nonostante la porta dello scantinato sia ancora aperta, mi sto sforzando di non passarci accanto, o perlomeno di non guardare giù, non sia mai mi venga in mente di andare a vedere se ho dimenticato qualcosa!

Casa mia è strana. Io sono sicuro che da voi, nelle vostre case normali, le cose da dimenticare vadano in soffitta, e le cose da conservare in cantina; a casa mia è diverso, non mi va che le cose brutte stiano così vicino al mio cielo, al mio terrazzo, al mio status di massimo benessere. Così ho deciso che le cose da dimenticare vadano in cantina e le cose belle stiano in soffitta, accanto a quel terrazzo su cui passo sempre troppo poco tempo.

Dato che questo è un blog, una volta tanto (una PRIMA volta tanto) provo a dare un po’ più di interattività alla cosa… magari risulterà una pietra lanciata troppo al largo ma tant’è, io ci provo: se vi va, se mi leggete, o anche solo se volete sapere se “aggiungi un commento” funziona, lasciatemi due righe e ditemi se si sta meglio a chiudere a chiave in cantina le cose brutte, o se lasciare semplicemente la porta appoggiata in modo da non dimenticarle del tutto e poterci ridare un’occhiata ogni tanto.

Ci tengo.

A chi vorrà farlo: grazie.

A chi non va: grazie per essere passati di qui, mi fa comunque piacere accogliervi in casa mia, è bello ogni tanto mostrarvi com’è.