domenica 13 maggio 2012

losing time

fare le cose per gli altri non fa per me

non fa per gli altri fare le cose per me

è tempo perso



fa per gli altri fare le cose per gli altri

fare le cose per me fa per me

ci ho perso tempo

sabato 12 maggio 2012

black n°7 [haiku]



ramo spoglio.

    un corvo solitario.

                   nero presagio.


venerdì 11 maggio 2012

hung out to dry

Appeso come un panno messo ad asciugare. Goccioli giù, attirando maledizioni da chi passa sotto. Metti ansia in chi ti ha steso, se appena nota una nuvola in cielo che si avvicina. Cerchi calore dal sole, e rabbrividisci ad ogni alito di vento che sfiora il tuo corpo bagnato.

E l’attesa del momento in cui puoi definirti asciutto sembra non finire mai.

giovedì 10 maggio 2012

rain o’er me

Il primo temporale d’autunno.

Lo sento soltanto, sono lontano dalla finestra e mi basta anche solo il rumore. La visione della pioggia l’avrò in abbondanza da oggi in poi, per cui mi godo il silenzio interrotto dalle gocce – tante gocce – che cadono, sbattono e bagnano tutto, senza fare distinzione di sesso, razze, materiali, superfici, colori, tessuti, calde anime e fredde cose.
Vien voglia di uscire per essere parte del tutto, per farsi bagnare come tutto il resto.

Non si può.

C’è da fare.

Verrà il tempo.

Verrà un altro tempo.

Verrà un’altra pioggia.

E sarà anche mia.

mercoledì 9 maggio 2012

a moment of clarity

Ci si apre e ci si chiude.
Alle sensazioni, agli avvenimenti, alle intemperie, alla fortuna e a sua sorella, ai gesti ed ai comportamenti, financo al fato ed alla fede.

Aprirsi ad una cosa spesso è piacevole tanto quanto chiudersi ad un’altra. Inutile dirlo, è vero anche il contrario.
Dipende dal momento.

Aprirsi o chiudersi ad una stessa cosa a volte può essere una gioia o un dolore.
Dipende dal momento.

Può essere una gioia ed insieme un dolore l’aprirsi o il chiudersi a qualcosa?
Dipende dal momento.

Ma può un momento dipendere dal momento?

Ci si può aprire ad un momento?
Ci si può chiudere ad un momento?

Oppure è il momento che decide?

Immagino che la risposta sia “dipende”.

Da cosa non l’ho ancora capito però.

martedì 8 maggio 2012

mortar grind

Come schiacciato, pesto, triturato a grana fine

trascinato da niente più che volontà

vento a cui ti affidi per avanzare

ma che disperde e rende difficile da raccattare

lunedì 7 maggio 2012

acquiring the taste


Colpire. Picchiare più forte. Picchiare per primi. Il dolore del colpo subito non è contemplato. Perché non deve esserci un colpo subito. Se il tuo primo colpo non è andato a segno, anche il secondo deve essere il tuo, non dell’altro. E deve stendere. Riuscire dove il primo ha fallito. Perché se fallisce anche il secondo sei fottuto. Se fallisce anche il secondo non ne meriti un terzo. Se fallisce anche il secondo il sangue che cadrà a terra sarà il tuo. Colpire. Picchiare più forte. Picchiare per primi. Prenderci pian piano anche gusto. Il gusto di veder andar giù. Di veder cadere. Di avere ragione.


O di prendersela.


domenica 6 maggio 2012

take a walk

fatti un giro

funziona sempre

qualsiasi cosa tu stia pensando di fare

qualsiasi cosa ti tormenti

senza meta

da A a non importa dove, per poi ritornare ad A

camminare per camminare

camminare per non pensare

quando tornerai ad A non sarà cambiato niente

ma sarà tutto un po’ meglio

sabato 5 maggio 2012

black n° 6 [haiku]



ombrelli neri

              cercan svelto riparo.

    gocce d'autunno


venerdì 4 maggio 2012

sound of white noise

C’è poco da fare, è inutile parlare con toni pacati in mezzo ad una mandria di urlatori; non ti noteranno nemmeno.
E fino a lì pazienza. il problema è che se ti notano di sicuro lo faranno per aver scambiato cortesia, carattere, abitudine o anche educazione per debolezza. Non potrai mai essere notato come esempio di eloquenza, perché urlare è il modo giusto per esprimersi. Per loro.

Basta poco per farsi notare, l’importante è capire il pubblico a cui ti rivolgi.

Bisogna dunque solo urlare quando si è in mezzo agli urlatori?

No, ma c’è il rischio che le tue parole valgano meno di zero.
Per loro.

Che fare allora?

Una soluzione c’è: cambia pubblico.

Ma se non puoi?

Allora grida più forte degli altri.

Ma solo se ne vale la pena.

Altrimenti è fiato sprecato.

E diventeresti uno di loro.

E tu non vuoi essere uno di loro.

Non lo vuoi, vero?

giovedì 3 maggio 2012

the view from afar


Far da spettatore spesso non ti mette nei guai, ma quando nei guai ci sei già puoi star tranquillo che non aiuta per niente a togliertici


mercoledì 2 maggio 2012

merry-go-round

Stare seduti con le mani in tasca su una sedia girevole ti trascina in una dimensione strana. Sei tu a girare eppure è come se fosse tutto il resto a girarti attorno, come se fossi un sole Copernicano.
E il tuo sguardo cerca costantemente appigli su cui fissarsi, appigli che sfuggono all’occhio nel tempo di un batter di ciglia.
E quelle ciglia tu non vorresti mai batterle, le palbebre vorresti poterle comandare per impedirne la chiusura, perché ad ogni chiusura perdi la visione di una frazione di giro, e quel giro tu lo vuoi vedere tutto. E allora speri di poter rivedere al prossimo passaggio quello che ti sei perso, quello che magari adesso sta proprio dietro di te, cominci a girare un po’ il collo, a barare insomma, a far arrivare lo sguardo prima delle gambe, il corpo prima della sedia.

E ti rendi conto che l’impazienza è congenita.

Se non ce l’hai, resti fermo e aspetti che la sedia ritorni al punto che ti sei perso, perché sai che ci ripasserai.

Se ce l’hai mi dispiace per te, ma sei destinato a non goderti mai la corsa.

martedì 1 maggio 2012

the right way

Costringimi a fare qualcosa, e magari la farò

Ma non pretendere che mi piaccia pure

Chiedimelo in maniera umana

La faccio volentieri e chissà, magari mi piacerà pure

    Forse no in effetti

Ma c’è modo e modo