sabato 28 gennaio 2012

Le regole degli uomini

Eh sì, perchè qui si è pieni di regole da rispettare per non urtare il gentil sesso, ma a noi pover'uomini chi ci pensa?

Queste sono le NOSTRE regole.

E sì, sono tutte regole N°1!



1. Gli uomini NON leggono nel pensiero.

1. Suvvia, imparate ad usare la tavoletta del bagno, siete donne adulte. Se è su, mettetela giù. A noi serve su, a voi giù. Noi non ci lamentiamo quando voi la lasciate abbassata.

1. Il calcio la domenica è come la luna piena o le maree. Lasciate che succeda.

1. Piangere = Ricattare.

1. Vuoi qualcosa? CHIEDI.
Chiariamo il concetto:
gli indizi appena accennati non funzionano!
gli indizi chiari non funzionano!
gli indizi ovvi non funzionano!
Chiedi e basta!

1. "sì" e "no" sono risposte perfettamente accettabili per quasi ogni domanda.

1. Vieni da noi con un problema SOLO se vuoi essere aiutata a risolverlo. Questo possiamo farlo.
Per la comprensione ci sono le amiche.

1. Tutto quello che noi possiamo aver detto 6 mesi fa è inammissibile in una lite.
In effetti, qualsiasi nostro commento non ha più valore dopo 7 giorni.


1. Se pensate di essere grasse, probabilmente lo siete.
Quindi, non chiedete.

1. Se qualcosa che abbiamo detto può essere interpretato in due modi, e uno dei due modi vi intristisce o vi fa arrabbiare, noi intendevamo L'ALTRO modo.

1. Potete O chiederci di far qualcosa O dirci come farla.
Non entrambe le cose.
Se poi sapete già come farla meglio, fatevela da sole.

1. Quando possibile, dite quello che avete da dire durante la pubblicità.

1. Cristoforo Colombo non aveva bisogno di indicazioni, e neppure noi.

1. TUTTI gli uomini vedono in 16 colori, proprio come in Windows 95.
"Pesca" per esempio è un frutto, NON un colore. "Melanzana" idem. Non abbiamo nemmeno idea di cosa sia l'indaco.

1. Se vi chiediamo cosa c'è che non va e voi rispondete "niente", noi ci comporteremo come se non ci fosse niente che non va.
Noi sappiamo che mentite, ma così facendo ci evitiamo la seccatura.

1. Se ci fate una domanda di cui non volete sapere una risposta, aspettatevi una risposta che non volete sentire.

1. Quando noi uomini dobbiamo andare da qualche parte, qualsiasi cosa indossiate va bene ...PER DAVVERO.

1. Non chiedeteci a cosa stiamo pensando, a meno che non vogliate iniziare una discussione su: calcio, cibo o qualsiasi cosa abbia le ruote.

1. Avete abbastanza vestiti.

1. Avete troppe scarpe.

1. Io SONO in forma. Rotondo è una forma.

1. Grazie per aver letto tutto.
Sì lo so, dormirò sul divano stanotte per questo.

Ma a noi uomini non interessa, è come stare in campeggio!



P.S.: L'originale non è mio, mi sono semplicemente limitato a tradurre dall'inglese (e personalizzarlo un po'). Per chi avesse voglia di leggerlo in lingua originale, andate QUI.

martedì 3 gennaio 2012

The post war dream


L’ordine è relativo.

Voglio dire, una frase come “mettere in ordine” ha realmente senso?
“mettere in ordine” secondo quali criteri?

Chi non ha avuto la mamma che gli imponeva di rimettere in ordine la stanza? il problema era che per me la stanza era in ordine. Non è stato facile farglielo capire, ma in seguito mi ha fortunatamente sempre lasciato avere il mio, di ordine.
Col tempo magari si comincia a fare qualche concessione all’ordine come lo intendeva mammà, ma l’autoregolamentazione è un concetto importante per un bambino, lo aiuta a capire e crearsi il proprio spazio.
Peccato che col tempo molti adulti questo concetto lo perdano in favore di un più deleterio “a cazzo di cane basta che sta bene a me e se mi prendo oltre al mio anche lo spazio tuo e di tutta la tua settima generazione me ne fotto”.

Ecco.

Ho sognato di aver ordinato secondo il mio concetto di ordine tutto, ma proprio tutto il mondo: oggetti, animali, vegetazione, persone, città, persino mari e monti.
Alla fine andava bene solo a me, perciò ho lasciato perdere.

Fate come volete allora, basta che mi lasciate il mio spazio da riordinare.


L’ordine soggettivo è sacro ed intoccabile.

L’ordine oggettivo è questionabile e volubile ma suvvia, siamo persone adulte e qualche concessione bisogna pur farla.

Aehm...

L’ordine mio è mio. Fuori dalle palle.