venerdì 8 aprile 2011

no place like home



[addì 23 Febbraio 2007]

Piano piano si torna su.

Volenti o nolenti capita sempre qualcosa che ti ributta dentro. Dentro il modo di vivere che è tuo e solo tuo, dentro il progetto che hai di te, dentro la stanza che tante volte ti sta stretta, ma solo perché forse è il tuo pensiero ad essere troppo largo. Certo, tra la cantina e la terrazza c’è sempre almeno un piano di mezzo, ma è giusto che le scale ci siano, e che certe volte ci si fermi anche un pò a viverci dentro quella casa, senza aver troppa fretta di uscire su fuori, che magari è troppo presto e non c’è ancora niente di quello che ti aspetti di trovarci.

Per adesso mi accontento di stare qui al pianterreno, e nonostante la porta dello scantinato sia ancora aperta, mi sto sforzando di non passarci accanto, o perlomeno di non guardare giù, non sia mai mi venga in mente di andare a vedere se ho dimenticato qualcosa!

Casa mia è strana. Io sono sicuro che da voi, nelle vostre case normali, le cose da dimenticare vadano in soffitta, e le cose da conservare in cantina; a casa mia è diverso, non mi va che le cose brutte stiano così vicino al mio cielo, al mio terrazzo, al mio status di massimo benessere. Così ho deciso che le cose da dimenticare vadano in cantina e le cose belle stiano in soffitta, accanto a quel terrazzo su cui passo sempre troppo poco tempo.

Dato che questo è un blog, una volta tanto (una PRIMA volta tanto) provo a dare un po’ più di interattività alla cosa… magari risulterà una pietra lanciata troppo al largo ma tant’è, io ci provo: se vi va, se mi leggete, o anche solo se volete sapere se “aggiungi un commento” funziona, lasciatemi due righe e ditemi se si sta meglio a chiudere a chiave in cantina le cose brutte, o se lasciare semplicemente la porta appoggiata in modo da non dimenticarle del tutto e poterci ridare un’occhiata ogni tanto.

Ci tengo.

A chi vorrà farlo: grazie.

A chi non va: grazie per essere passati di qui, mi fa comunque piacere accogliervi in casa mia, è bello ogni tanto mostrarvi com’è.

3 commenti:

lympha ha detto...

Beh, per quanto mi riguarda la mia cantina è molto piena e ci terrei, credimi, a tenerla ben chiusa. Non puoi immaginare quante volte ho cambiato la serratura ma puntualmente capita che, passando di lì, trovi la porta socchiusa ed un profumo o un suono o uno sguardo nel buio mi ricordino cosa la cantina contiene e che non posso fare a meno di fare i conti con quelle cose, perchè forse, in fondo, la vita (la mia) è proprio fare i conti con quelle cose.

Unknown ha detto...

Mi piace quando ti riferisci al modo di vivere che hai, al progetto che è solo tuo.

Io da parecchi anni, spostandomi per studio o lavoro, condivido appartamenti (se non addirittura stanze).

Di conseguenza non riesco ad avere soffitta e cantina. E molte cose le devo buttare. Non posso quindi fare come mia madre che tiene da parte *tutto* perché "può sempre servire".

In generale, se reputo che una cosa non mi serva più:
1) La butto
2) La regalo
3) La vendo

La 1) è stata l'opzione più gettonata per il materiale cartaceo più "leggero". Forse tutto cominciò quando mio padre mi fece bruciare i vari "Super Almanacco Paperino" dentro uno scatolone, in un terreno vicino una delle tante case che abbiamo abitato negli anni. Anni fa buttai pure la mia raccolta di riviste musicali, quando decisi che mi sarei buttato (con rabbia) sul lavoro.

La seconda alternativa mi capita solo per i libri, quelli che mi piacciono (e rappresentano) di meno. Vorrei avere una biblioteca e dire: questi li ho letti e in un certo senso sono parte di me. Ma per fare questo avrei bisogno di una casa. Mia, fissa, definitiva. Invece "il progetto di me" non è ancora all'orizzonte, se non una lontanissima idea. Sarà che sono fatalista, ma io credo che nella vita ci siano forze più grandi di noi che decidono quale strada possiamo o siamo costretti a prendere.

L'opzione 3) mi capita con gli strumenti musicali. Ho cambiato una ventina di chitarre, in funzione della mia crescita (o forse isteria). La scelta di vendere è naturalmente dovuta a motivi economici. Ma in realtà difficilmente riesco a "mettere da parte". Io ho un rapporto bipolare con cose (e persone):

.o mi piace averle accanto
.oppure le odio

Quindi per me, ancora niente cantina o soffitta. Non posso ancora piantarmi in un posto e dire: d'ora in poi starò qui. E nemmeno posso venire a patti con quello che non voglio vedermi di fronte ogni giorno. Invidio chi ci riesce. Come ho già scritto da qualche parte, tra l'età dell'innocenza e quella della maturità, c'è l'età del vaffanculo. Ecco, io invece di una cantina ho il vaffanculo, che porta direttamente alla discarica dietro casa, dove le cose puzzano e continuano a infastidirmi.

Fine della cazzata.

Pseudo ha detto...

Le persone che mi stanno vicino mi reputano sostanzialmente una persona disordinata, e non che abbiano torto, credo di avere anche un generale disordine mentale...
Anyway, noi abbiamo avuto la disgrazia di abitare in affitto per sedici costosi anni. Per ovvie ragioni, cercando di abbattere i costi, non abbiamo mai avuto una cantina e/o una soffitta.
A pensarci bene una soffitta, o meglio un decimo di una soffitta, dal '96 ce l'ho. Ma non l'ho mai considerata "cosa mia" forse perché in realtà non lo è, forse perché la devo dividere con altri nove inquilini e, un po' come dici tu, certi spazi dovrebbero restare "inviolati", intimamente nostri. Quindi non c'è nulla di mio lassù se non una vecchia ma funzionante antenna per la televisione che mi porterò appresso quando traslocherò (spero fra 4/6 mesi).
Risultato? Tutto, sia le cose materiali che quelle immateriali, i progetti, le emozioni, un profumo, i ricordi, le cose lasciate a metà, quelle rotte, delle visioni, qualche sogno, tutto, fluttua nell'aria come pulviscolo al sole, sempre a disposizione. Anche se lentamente ciò che non usi o non smuovi o non guardi si deposita e stratifica, venendo dimenticato.
Quello della stratificazione del disordine lo trovo tutto sommato un buon metodo per attribuire valore alle cose nel tempo. Ma poi, in verità sarà il giusto modo di agire? Mah...
A casa nuova, quella mia finalmente, avrò una cantina e una soffitta... questo un po' mi spaventa, perché forse significa che dovrò cambiare... Io ci ho già messo una pezza destinando la soffitta quale "stanza per fare musica" (oh meraviglia di soluzione!) e la cantina a... beh, forse proprio a quelle cose che non uso e che cadendo verso il basso per forza di gravità si stratificheranno giù giù nel seminterrato...
Tutto questo proprio mentre sto facendo un reset totale al mio laptop dopo sei anni... con mille paure di perdere ciò che fino a oggi ho sempre avuto a portata di mano... ogni tanto mi fermo e penso "avrò backuppato tutto?" ma poi rifletto... che sarà mai, non hai bisogno di nulla in realtà... punto e a capo e non voltarti indietro!